Sulle Tracce dei Ghiacciai

Si è conclusa lo scorso 4 settembre 2009 la prima spedizione del progetto fotografico – scientifico Sulle Tracce dei Ghiacciai – in Karakorum a 100 anni di distanza dai primi fotografi esploratori, organizzata da Fabiano Ventura per studiare gli effetti dei cambiamenti climatici sui ghiacciai negli ultimi cento anni mediante il confronto fotografico tra immagini storiche e moderne e il supporto di ricercatori glaciologi.

Durante la prima spedizione del progetto “Sulle Tracce dei Ghiacciai”, avvenuta quest’estate in Karakorum, il fotografo Fabiano Ventura ha ripercorso insieme a ricercatori glaciologi l’itinerario delle prime spedizioni esplorative, con lo scopo di raccogliere misure ed analisi glaciologiche ed effettuare fotografie dal medesimo punto di vista di quelle storiche per analizzare i cambiamenti occorsi ai ghiacciai, importanti e sensibili indicatori ambientali dei cambiamenti climatici.
La missione ha preso spunto dal centenario della spedizione del Duca degli Abruzzi in Karakorum del 1909 e ha rieffettuato, ripercorrendo lo stesso itinerario storico, le medesime fotografie scattate dai primi fotografi esploratori fra i quali Vittorio Sella e Massimo Terzano ad un secolo di distanza. Le nuove riprese fotografiche sono state realizzate da Fabiano Ventura, fotografo naturalista e ideatore del progetto, che, avvalendosi delle più moderne tecnologie digitali unite a tecniche di ripresa tradizionali su grande formato, ha ottenuto risultati di valenza scientifica ed ambientale, ma anche esteticamente di prim’ordine.
Le osservazioni scientifiche sono state curate da un apposito comitato scientifico comprendente due tra i maggiori esperti mondiali nel campo della glaciologia: il Prof. Claudio Smiraglia dell’Università Statale di Milano, già Presidente del Comitato Glaciologico Italiano, che si sta occupato dell’analisi e dell’interpretazione dei risultati ottenuti durante la spedizione; e il Prof. Kenneth Hewitt, ricercatore Associato del Wilfrid Laurier University a Waterloo (Canada) e fondatore del Cold Regions Research Centre della stessa università, che ha seguito il team tramite la connessione satellitare fornendo indicazioni utili alla pianificazione e alla scelta delle osservazioni sul campo.
Dal 23 febbraio al 23 marzo 2010, in collaborazione con il Comune di Roma, sarà inoltre allestita, alla sala S. Rita in via Montanara 8 Roma, a due passi da piazza Venezia, la mostra fotografica relativa ai risultati della spedizione. Obiettivo della mostra è suscitare, attraverso il forte impatto visivo delle immagini, maggiore attenzione alle problematiche ambientali, con l’auspicio di sensibilizzare l’opinione pubblica su tematiche legate ai cambiamenti climatici e alla gestione sostenibile delle risorse naturali in genere, prima tra tutte l’acqua.
Il team della spedizione è stato costantemente seguito da una troupe cinematografica per la realizzazione di un documentario, che verrà prodotto dalla nota casa di produzione “SD Cinematografica”. La spedizione si è avvalsa del contributo delle maggiori aziende nel settore delle energie rinnovabili, tra cui Enel Green Power ed Enneci che, sposando i valori del progetto, ne hanno consentito la piena realizzazione.

Dal diario di viaggio della spedizione:
ALLA RICERCA DI UN MITICO SCATTO
Click Here: Golf special

Ci sono immagini che restano nella memoria incancellabili, forti di una sensazione, di una suggestione irripetibile che lascia nella fantasia e nella mente di chi osserva un messaggio irresistibile. A me è successo spesso, consultando le raccolte delle antiche immagini degli esploratori che per primi documentarono queste regioni. Una in particolare mi ha sempre accompagnato negli anni, durante tutti i miei lavori, come fonte di ispirazione ed emozione, un’immagine realizzata da Massimo Terzano nel lontano 1929 che ritrae un panorama mozzafiato del ghiacciaio Baltoro. Il logo del progetto “Sulle Tracce dei Ghiacciai” è un tributo a questa fotografia.

Nel 2004 mi trovavo qui sul ghiacciaio Baltoro per realizzare il reportage fotografico della spedizione che commemorava il cinquantesimo anniversario della prima ascesa al K2. Allora, con gli amici Karl Unterchirker e Sergio Minoggio provammo a cercare questo fantastico punto di vista del ghiacciaio. In quell’occasione ci recammo al di sotto della parete fra la confluenza del ghiacciaio Mundu e il Baltoro; esplorammo a lungo, ma non fummo fortunati e non riuscimmo a ritrovare il punto dal quale l’immagine fu realizzata.

Quest’anno, forte delle approfondite ricerche bibliografiche, iconografiche e cartografiche effettuate in preparazione della spedizione, avevo molta più fiducia di riuscire nell’intento. Oggi, 4 Agosto 2009, in compagnia del nostro geologo Pino D’Aquila e dei nostri portatori Yasin e Mustafa, ci incamminiamo fuori dalle piste ordinarie sui ripidi pendii erbosi che sovrastano il campo di Urdukas, alla ricerca del fantastico panorama. Arrivati a quota 4500 m, dopo aver analizzato la cresta, ci sorge il dubbio che, data l’instabilità delle rocce, il contrafforte ripreso da Terzano 80 anni fa sia crollato. La tristezza e la delusione iniziano a farsi sentire, ma con cocciutaggine riprendiamo la stampa fotografica che abbiamo con noi, e continuiamo a studiarla. Ad un tratto, una rivelazione: confrontando nuovamente le montagne circostanti ci accorgiamo di essere saliti troppo: poco più a valle, infatti, con grande felicità, scorgiamo tra le rocce la caratteristica guglia rocciosa! Soddisfatto del nuovo ritrovamento preparo la mia folding Linhof per replicare l’inquadratura e rieffettuare lo scatto storico.

L’emozione è davvero intensa, sento di aver raggiunto una meta a lungo sognata, e per un attimo riesco a cogliere una delle sensazioni più belle che le montagne sanno regalare agli uomini: la consapevolezza delle nostre vere dimensioni rapportate alle gigantesche scale, temporali e dimensionali, di questi antichissimi giganti. Per un istante riesco a vedere Massimo Terzano a pochi metri da me, intento a valutare l’inquadratura per cogliere nell’immagine il cuore di questa visione. Gli anni che ci separano sono solo un istante nella storia di questi luoghi che, nati negli abissi del tempo ben prima che gli uomini calcassero la terra, continueranno ad esistere in un futuro così lontano da essere quasi fantasia. E contemporaneamente queste montagne e questi ghiacciai si rivelano assolutamente sensibili ai cambiamenti che la tecnologia umana ha introdotto nell’ambiente, suggerendoci senza parole l’importanza fondamentale di saper salvaguardare la nostra biosfera, così meravigliosa e così fragile.

Fabiano Ventura

Maggiori informazioni sul progetto sono disponibili sul sito ufficiale: www.sulletraccedeighiacciai.it

Il promo del documentario prodotto dalla casa di produzione "SD Cinematografica":

Glowacz riparte per il Venezuela

Stefan Glowacz e Holger Heuber sono ripartiti per completare una linea sul Tepuis Roraima, in Venezuela, iniziata la scorsa primavera insieme a Kurt Albert, scomparso quest’autunno.

Stefan Glowacz è appena partito per il suo secondo tentativo di aprire una nuova via sull’impressionante e sorprendentemente bella parete chiamata (per motivi evidenti) La Proa sul Tepuis Roraima in Venezuela.

L’arrampicatore ed alpinista tedesco aveva tentato la linea questa primavera assieme ad Holger Heuber e il loro compagno di lunga data, il fortissimo Kurt Albert scomparso questo autunno. All’epoca il team era stato costretto a tornare indietro dopo aver sopportato le piogge, insolitamente lunghe per quel periodo. A corto di cibo e soltanto a circa metà parete, il team era sceso con il proposito di tornare.

Per ovvie ragioni Glowacz crede che questo ritorno sarà "doloroso e amaro", ma aggiunge "nonostante tutto la gioia è grande. Sono un nomade moderno. Sono sempre contento prima di partire per una spedizione, alla scoperta di zone in cui nessuno è mai stato prima. Naturalmente con Holger abbiamo deciso che vorremmo completare la via in questo posto molto speciale nel migliore dei modi, così come avrebbe voluto Kurt."

Click Here: cheap INTERNATIONAL jersey

Alexander Huber parla di Adam Ondra

Video di Alexander Huber che condivide i suoi pensieri su Adam Ondra

Ci sono pochi arrampicatori che hanno realizzato quanto Alexander Huber ed ascoltare le opinioni di uno degli indiscussi protagonisti dell’arrampicata e dell’alpinismo mondiale vale sicuramente la pena.. Come per esempio i suoi pensieri su Adam Ondra.

– Alexander Huber intervista
– Alexander Huber, Om e Adam Ondra

Click Here: France Football Shop

Trofeo Mezzalama 2011: spostata a domenica la grande corsa scialpinistica del Monte Rosa

Notizia dell’ultima ora: è stata spostata a Domenica 1 maggio alle 5:30 di mattina la partenza del XVIII “Mezzalama”, la leggendaria gara di scialpinismo sul filo dei 4000 del Monte Rosa. L’anteprima, il resoconto tecnico, le attese e “consigli tecnici” di Adriano Favre presentati da Lorenzo Scandroglio.

“Le previsioni meteo per domenica mattina sono buone – ha detto Adriano Favre direttore tecnico della ‘Maratona dei Ghiacciai’ – mentre per sabato le condizioni rimangono incerte. Dunque: si correrà domenica primo maggio! utilizzando il giorno di riserva. Poco male, anzi benissimo se questo consentirà una maratona con tempo clemente – non dimentichiamo che il Mezzalama si svolge sul filo (altissimo) dei 4000 metri e che, anche con il bel tempo, rimane una prova solo per super atleti. Non a caso la ‘maratona bianca’, nata nel 1933 per commemorare Ottorino Mezzalama, è oggi più viva che mai e nulla ha perso del suo fascino.

Saranno 400 le cordate da 3 elementi a ingaggiarsi sui 43 chilometri di percorso che vanno da Breuil Cervinia a Gressoney La Trinité. "I passaggi tecnici sono stati attrezzati – conferma il direttore tecnico Adriano Favre -, tracciatura e palinatura sono state completate. Su tutto il percorso sono caduti alcuni centimetri di neve fresca”. Intanto, escludendo le prime cordate di professionisti, la maggior parte dei 1200 scialpinisti che saranno al via sentono la tensione salire, dopo un anno di preparazione meticolosa divisa fra lavoro, famiglia e allenamenti estenuanti.

Ormai il conto alla rovescia, anche se allungato di un giorno, è cominciato per le 400 cordate di questo attesissimo Trofeo Mezzalama. Una gara dai numeri incredibili: 1200 alpinisti sciatori, 43 chilometri da Breuil Cervinia a Gressoney La Trinité, 4000 metri la quota media su cui si sviluppa il percorso, 4200 e 4150 le quote più alte toccate dai concorrenti sul Castore e sul Naso del Lyskamm. Molti arrivano da lontano anche solo per poter fare il ‘Mezzalama’ una volta nella vita. La maggior parte, escludendo dunque le cordate marziane dei candidati alla vittoria, per poter correre questa competizione leggendaria i cui primi documenti filmati sono rigorosamente in bianco e nero e mostrano i volti – tanto per fare dei nomi – di Giusto Gervasutti “Il fortissimo” ed Ettore Castiglioni, nell’anno precedente la fatidica data fanno i salti mortali per poter conciliare allenamenti rigorosi con la propria vita privata e il lavoro.

“Mi alleno spesso la sera, con la frontale – dice Piotr Musialowski, polacco di Varsavia e architetto – al parco o in pista, a secco ovviamente. Per la neve vado a Zakopane, la nostra località montana più nota. Qualche volta vengo sulle Alpi, ma poiché vivo in una metropoli piatta, sono costretto a fare gli allenamenti di corsa e dove abbiamo una leggera salita la sfruttiamo. Nel 2009 dovevo correre il Mezzalama ma il giorno programmato si è messa di traverso la meteo e quando si è deciso di recuperare la data ero già a Varsavia: avevo il volo prenotato. Così sono ancora qui ad aspettare il mio ‘primo Mezzalama’. Incrociamo le dita…”. Come lui sono in tanti: c’è l’infermiera che preferisce allenarsi al mattino presto, prima di entrare in reparto, c’è l’informatico che sfrutta anche la pausa pranzo.

Tutti poi, quando mancano due settimane all’ora X cominciano a considerare anche l’acclimatamento in quota. Allora ecco che i rifugi del Monte Rosa si riempiono: la Gnifetti, il Mantova, ma anche il Guide del Cervino. Ovunque sia possibile passare due – tre notti per abituare l’organismo alla quota. “Quando si superano i 2800 – 3000 metri di quota – sottolinea Cala di Pragelato – il fisico reagisce in modo diverso e il ritmo orario di salita cambia. Se sotto si fanno ‘tranquillamente’ 1000 metri all’ora, sopra i movimenti rallentano, i battiti cardiaci salgono, insomma la prestazione diminuisce. Stando qualche giorno in quota si abitua il fisico allo sforzo in scarsità di ossigeno”.

Questo trofeo Mezzalama costituisce anche la terza tappa del più prestigioso campionato internazionale di scialpinismo, La Grande Course. Si tratta del giro di boa della prima edizione di questo “grande slam” dello ski alp che, con il Trofeo Mezzalama (Ita), unisce Pierra Menta (Fra), Adamello Ski Raid (Ita), Tour du Ruor (Ita), Patrouille des Glaciers (Sui). Il ‘Mezza’ designerà i campioni intermedi de La Grande Course. Intermedi perché si tratta di un campionato biennale, la cui classifica definitiva verrà stilata a Verbier, alla Patrouille des Glaciers, in Svizzera, nel 2012. Fra i tanti in lizza, giovani – non più giovani, anche due glorie dell’alpinismo come Franz Nicolini e Omar Oprandi che hanno già ben figurato alla Pierra Menta e all’Adamello e che ora figurano nelle prime 40 posizioni della classifica generale su oltre 400 del ranking.

Adriano Favre, presidente de La Grande Course, nonché direttore tecnico del Trofeo Mezzalama, fornisce le sue indicazioni la cui conferma sarà data al briefing del Centro Congressi di Valtournanche sabato 30 aprile alle 18:30: "Le condizioni al Castore e in generale su tutto l’itinerario sono simili a quelle estive. La nevicata di questi giorni fa sì che, al momento, sul Naso del Lyskamm non sia presente ghiaccio vivo, ma una volta passate le prime 40-50 cordate, esso potrebbe riemergere costringendo tutti alla prudenza. Oltre al rinvio di 24 ore, un’altra possibile variazione, per prevenire eventuali concentrazioni delle squadre nei tratti tecnici (come la salita alla Ovest del Castore, l’attraversamento della crepacciata terminale e la salita del nuovo tratto al Naso del Lyskamm) è la partenza scaglionata delle prime 200 squadre alle 5:15 e quella delle altre 200 alle 5:45. Ma questa ipotesi deve ancora essere verificata".

Riguardo alle squadre di vertice il Centro Sportivo Esercito, dopo la prova polacca che ha mostrato un Manfred Reichegger in leggero affaticamento, schiera la cordata azzurra di Damiano Lenzi – Matteo Eydallin – Denis Trento. L’altro team da tener d’occhio è quello ispano-francese di Kilian Jornet Burgada – Didier Blanc – William Bonmardion. Da non sottovalutare, dopo le prove alla Pierra e all’Adamello, il team italiano valtellinese-valdostano di Guido Giacomelli, Lorenzo Holtzknecht, Jean Pellissier. Fra le altre cordate di vertice, ancora due italiane, ovvero quella di Seletto – Pedrini – Lanfranchi e dei giovani Antonioli – Boscacci – Pinsach. Last but not least il team delle Guardie di Frontiera elvetiche composto da Martin Anthamatten, Yannick Ecouer e Marti Marcel. Fra le donne la lotta per il più alto gradino del podio sarà questione di due team: quello internazionale di Mireia Mirò (Esp) – Laetitia Roux (Fra) – Nathalie Etznesberger (Sui) e quello italiano di Gloriana Pellissier – Francesca Martinelli – Roberta Pedranzini.

Lorenzo Scandroglio
lorenzo.scandroglio@gmail.com

Naturalmente l’inviato (assolutamente speciale) di Planetmountain.com seguirà il Trofeo Mezzalama con il resoconto della competizione e la pubblicazione delle classifiche.

Click Here: New Zealand rugby store

Mayan Smith-Gobat sulla Salathe Wall, El Capitan

Video di Mayan Smith-Gobat sulla Salathé Wall, El Capitan, Yosemite.

Vuoto assoluto, piccoli tetti, terreno sempre più ripido ed una bellissima fessura che inizia con incastri di mano per poi diventare sempre più stretta, fino a feroci incastri di dita. Poi un boulder, subito dopo uno strepitoso riposo senza mani, testa in giù a guardare la Yosemite Valley…

Ecco Mayan Smith-Gobat sulla headwall, la sezione chiave, della The Salathé Wall su El Capitan, Yosemite, USA che la climber neozelandese ha ripetuto l’ottobre scorso. Bravissima!

Mayan Smith-Gobat sulla Salathe Headwall di Andy Bardon

The Salathé Wall
Prima salita:
Royal Robbins,Chuck Pratt, Tom Frost, 1961
Lunghezza: 870m (35 tiri)
Grado: 5.13b
Prima libera: Todd Skinner e Paul Piana (in alternata).
Uno dei monumenti dell’arrampicata di tutti i tempi; la Salathé è forse la big wall più logica della parete. Ogni suo tiro ha una storia e, come quasi sempre a Yosemite, un proprio nome. Tutti mitici. E’ caratterizzata da buone soste. Normalmente è percorsa salendo i primi 10 tiri fino alla Mammoth Terraces per calarsi poi, passando dall’Heart Ledge alla base e riprendere la salita il giorno dopo.

Click Here: Fjallraven Kanken

Coppa del Mondo Boulder: Glairon Mondet e Noguchi oro a Barcelona

La giapponese Akiyo Noguchi e il francese Guillaume Glairon Mondet vincono la 7a tappa della Coppa del mondo Boulder di Barcelona rispettivamente con 2 e 4 top in finale.

Barcelona (ESP) – Il calore di Barcelona sembra aver mescolato le carte della  Coppa del Mondo Boulder 2011, con i favoriti Kilian Fischhuber e Anna Stohr (AUT) che non ce l’hanno fatta a salire sul podio nella gara tracciata da Reini Fichtinger.

In campo femminile, Akiyo Noguchi è stato l’unica a completare tutti i quattro boulder, mentre la seconda classificata Alex Puccio ne ha chiusi solo 2, pur essendo molto vicino al top sul secondo boulder. Terza la francese Melissa Le Neve, con 2 top in finale ed uno in meno della Puccio in semifinale.

Guillame Glairon Mondet ha portato a casa la vittoria e anche la medaglia d’oro salendo al primo colpo il quarto boulder. Dietro di lui, due russi, Rustam Gelmanov e Dmitry Sharafutdinov, l’unico a chiudere il quarto problema assieme al vincitore francese.

Anna Stohr e Kilian Fischhuber mantengono la leadership della classifica della Coppa del Mondo 2011, anche se il vantaggio dell’austriaca su Noguchi e Puccio si è ridotto a poco più di 50 punti mentre per Fischhuber il vantaggio su Sharafutdinov è sceso a 29 punti. La tappa in terra Inglese della prossima settimana potrà già dare un’indicazione su chi potrebbe vincere la Coppa del Mondo 2011: infatti dopo la gara  la Coppa del Mondo Boulder prenderà una pausa fino all’ultima gara dell’anno, a Monaco di Baviera.

Barcelona 2011
Boulder maschile
1 Glairon Mondet Guillaume 1986 FRA 2t2 4b4
2 Gelmanov Rustam 1987 RUS 2t2 3b3
3 Sharafutdinov Dmitry 1986 RUS 2t5 4b8
4 Rubtsov Alexey 1988 RUS 2t5 3b7
5 Fischhuber Kilian 1983 AUT 1t1 3b3
6 Ennemoser Lukas 1989 AUT 1t1 3b3
7 Hori Tsukuru 1989 JPN 0t 1b2

Boulder femminile
1 Noguchi Akiyo 1989 JPN 4t8 4b4
2 Puccio Alex 1989 USA 2t4 3b3
3 Le Neve Melissa 1989 FRA 2t4 3b3
4 Markovic Mina 1987 SLO 2t6 3b6
5 Wurm Juliane 1990 GER 1t2 4b5
6 Stöhr Anna 1988 AUT 0t 3b8

Trump challenges ruling barring him from blocking Twitter users

The Department of Justice (DOJ) on Friday asked a federal appeals court to reconsider a case in which President TrumpDonald John TrumpThe Hill’s Campaign Report: Democratic field begins to shrink ahead of critical stretch To ward off recession, Trump should keep his mouth and smartphone shut Trump: ‘Who is our bigger enemy,’ Fed chief or Chinese leader? MORE was told he could not legally b lock people on Twitter from seeing his tweets.

The DOJ’s Friday court filing requests a rehearing from the 2nd Circuit Court of Appeals, which has not yet said whether it will hear the case, CNN reported.

In the filing, the DOJ argued that Trump — whose personal Twitter account is not owned by the federal government and which was used by Trump for years prior to taking office — should be able to choose who accesses and interacts with his account, according to CNN.

ADVERTISEMENT

“An official’s decision to exclude someone from his personal residence would not exercise the authority of the government, even if he were giving official statements on that property on that day,” the court filing reportedly reads. “And what is true for real property is likewise true for a social media account.”

The lawsuit added that the First Amendment “does not warrant this type of judicial superintendence of personal social media accounts owned by public officials.”

The move comes after a federal court ruled last month that Trump couldn’t block people on the social media platform, ruling that doing so would be unconstitutional.

In the ruling, the court said Trump “engaged in unconstitutional viewpoint discrimination by utilizing Twitter’s ‘blocking’ function to limit certain users’ access to his social media account, which is otherwise open to the public at large, because he disagrees with their speech.”

Click Here: Cheap Chiefs Rugby Jersey 2019

Trump on North Korean projectile launches: Kim 'likes testing missiles'

President TrumpDonald John TrumpThe Hill’s Campaign Report: Democratic field begins to shrink ahead of critical stretch To ward off recession, Trump should keep his mouth and smartphone shut Trump: ‘Who is our bigger enemy,’ Fed chief or Chinese leader? MORE on Friday said he does not believe North Korean leader Kim Jong UnKim Jong UnSouth Korea: US, North Korea to resume nuclear talks ‘soon’ Romney: ‘Putin and Kim Jong Un deserve a censure rather than flattery’ Pompeo expresses concern over North Korea missile tests MORE violated any pact with him by launching another round of projectiles.

“He likes testing missiles,” Trump told reporters as he departed the White House for the Group of Seven (G-7) economies summit in France.

“Kim Jong Un has been, you know, pretty straight with me I think,” Trump added. “And we’re going to see what’s going on.”

Trump downplayed the ongoing tests, saying the two never agreed to limit “short-ranged missiles.”

ADVERTISEMENT

North Korea hours earlier fired two more unidentified projectiles into the East Sea, according to South Korean news agencies. White House officials said they were aware of the situation.

North Korea has launched test missiles on a consistent basis in recent weeks, alarming U.S. allies in the region. International officials and some of Trump’s advisers have said the tests are a violation of a United Nations resolution.

But Trump has signaled that he is unbothered by the projectiles, pointing to his personal relationship with Kim.

The president said earlier this month that he’d received a “beautiful” letter from Kim, adding that he expected the two men could meet again to discuss denuclearization of the Korean Peninsula.

Trump and Kim have held three face-to-face meetings that have yet to yield a concrete plan for North Korea to denuclearize.

Secretary of State Mike PompeoMichael (Mike) Richard PompeoThe Hill’s Campaign Report: Democratic field begins to shrink ahead of critical stretch Putin orders response to US missile test The Hill’s Morning Report: How will Trump be received at G-7? MORE acknowledged in an interview this week that he wished North Korea would not carry out test launches, adding that he hoped the two sides would have resumed denuclearization talks more quickly.

Click Here: true religion mens jeans sale

Trump takes aim at media after 'hereby' ordering US businesses out of China

President TrumpDonald John TrumpThe Hill’s Campaign Report: Democratic field begins to shrink ahead of critical stretch To ward off recession, Trump should keep his mouth and smartphone shut Trump: ‘Who is our bigger enemy,’ Fed chief or Chinese leader? MORE defended his declaration on Friday that American companies were “hereby ordered” to find alternatives to manufacturing in China, claiming that the 1977 International Emergency Economic Powers Act gave him the power to make such a pronouncement.

Trump took aim at the press for questioning his authority to order businesses out of China, tweeting “For all of the Fake News Reporters that don’t have a clue as to what the law is relative to Presidential powers, China, etc., try looking at the Emergency Economic Powers Act of 1977. Case closed!”

Trump had previously cited the 1977 Act, which gives the president the power to regulate commerce during exceptional international crises, earlier Friday before departing for the Group of Seven (G-7) summit in France. 

In a string of tweets Friday morning, the president said he was ordering U.S. companies to “immediately start looking for an alternative to China,” beginning with making their products in the United States.

ADVERTISEMENT

“The vast amounts of money made and stolen by China from the United States, year after year, for decades, will and must STOP. Our great American companies are hereby ordered to immediately start looking for an alternative to China, including bringing … your companies HOME and making your products in the USA,” Trump tweeted.

His language drew a swift reaction on social media from those who mocked his formal decree.

Prominent conservative lawyer George Conway tweeted Friday that Trump should be sent to Walter Reed Medical Center and his Cabinet should declare him unfit to be president following his declaration.

“I hereby order the White House staff to take @realDonaldTrump to Walter Reed, and to convene the cabinet under Section 4 of the Twenty-fifth Amendment,” he wrote, adding the trending hashtag “Iherebyorder.” The husband of White House counselor Kellyanne Conway is a frequent critic of the president.

A number of news outlets, in turn, published articles employing Trump’s formal language to question whether he had the authority to make such a command.

Claude Barfield, an expert in international trade policy at the American Enterprise Institute (AEI), told The Hill that Trump doesn’t have any authorities to direct U.S. companies to move their businesses to the United States. He called the tweets a clear example of Trump “popping off” and predicted his advisers would look to do damage control, especially if his remarks negatively impact the stock market.

Jennifer Hillman, a Georgetown University law professor and trade expert at the Council on Foreign Relations, told The Washington Post that Trump does not have the power to “duly order” companies out of China, but he does have the authority under the International Emergency Economic Powers Act to prevent future transfers of funds to Beijing.

Hillman added that Trump can only make such a move “if he has first made a lawful declaration that a national emergency exists,” noting that Congress could ultimately end the declaration. 

Reuters reported that, once Trump has declared such an emergency, the Act gives Trump broad powers to stop the activities of individual companies or whole economic sectors.

The outlet noted that past presidents have invoked the law to freeze foreign governments’ assets. Still, some experts cautioned that doing so could trigger legal challenges in U.S. courts and risk unintended harm to the economy.

Trump is facing mounting pressure over his mounting trade war with China, which economists have blamed in part for contributing to the weakening of the global economy and for causing uncertainty that has left the U.S. stock market volatile. 

Click Here: Maori All Blacks Store

BLM takes first step to move employees out West despite lawmaker objections

Click:Plastic bag machine

The Bureau of Land Management (BLM) took its first step in moving Washington-based staff out West, offering up vacant, but perhaps lower profile positions to staffers, despite objections from lawmakers.

The Department of Interior announced in July that it would leave just 61 BLM employees in the capital and move about 300 other Washington-based employees to offices closer to the public lands they manage.

In an email to staff sent late Friday and obtained by The Hill, BLM head William Pendley encouraged staffers to apply for vacant positions that have been moved out West as part of the agency’s effort to relocate most of its D.C.-based staff.

Pendley’s email comes as some lawmakers on Friday asked the agency to suspend its relocation plans. Lawmakers have raised questions over whether such a move is even legal.

The email from Pendley says D.C.-based staff will be given “priority consideration” for vacant positions in order to “help retain Washington Office BLM employees.”

But those familiar with government pay grades say many of the positions offered up by Pendley are at a lower grade and may not pay as well as employees’ jobs in D.C.

Pendley’s email offers vacant positions at the GS-12 pay level and above, but many BLM Washington office employees are GS-13 and higher. Pay also varies by location, with employees in larger cities often earning more.

The vacant jobs are being offered up before BLM employees have been notified of where they are being transferred. 

Click Here: All Blacks Rugby Jersey

“I read it as, ‘Your job is going West … at a location as yet to be determined. However, if one of these other BLM jobs is attractive, you will get hiring/selection preference if you qualify,’” said Steve Ellis, who retired from BLM in 2016 as the deputy director for operations, the highest career-level position.

Ellis said in addition to possibly being lower paying jobs, the positions being offered by Pendley may offer work that is fundamentally different from roles Washington employees fill. 

“What they’re basically telling these people is we’re going to give you priority on GS-12 and above jobs in the field, but they may not be Washington office jobs,” he said. 

Washington office jobs are not always located directly in D.C, but they are usually policy-focused, he said.

Interior did not immediately respond to request for comment.

“This BLM internal hiring control will remain in effect until qualified and interested [Washington Office] BLM employees find placement in western locations, or as otherwise determined by leadership, whichever may occur first,” Pendley wrote.