North Korean media: New US missiles in South Korea would trigger 'new Cold War'

North Korea warned that the U.S. would trigger a “new Cold War” and a mounting arms race if it decides to place new ground-launched, intermediate-range missiles in South Korea. 

“The U.S. pointed out that it is now examining a plan for deploying ground-to-ground medium-range missiles in the Asian region and South Korea has been singled out as a place for the deployment,” North Korea’s state news agency KCNA said in a commentary Wednesday, according to Reuters. 

ADVERTISEMENT

“It is a reckless act of escalating regional tension, an act that may spark off a new Cold War and arms race in the Far Eastern region to deploy a new offensive weapon in South Korea.”

The remarks come after U.S. Defense Secretary Mark EsperMark EsperThe Hill’s Morning Report – Trump lauds tariffs on China while backtracking from more Five takeaways from Pentagon chief’s first major trip Hillicon Valley: CBS, Viacom strike merger deal | Pentagon investigating B ‘war cloud’ contract | Apple stock surges after Trump delays tariffs | Eight states to use paperless voting in 2020 MORE said earlier this month he was in favor of placing ground-launched, intermediate-range missiles in Asia. The comment came a day after the U.S. officially withdrew from the Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty with Russia.

However, other senior officials said the missiles’ deployment would be years away.

South Korea’s defense ministry has maintained no discussions have taken place with Washington regarding placing American-made intermediate-range missiles in the country, according to Reuters.

KCNA went on to bash recent improvements to military sites in South Korea that host U.S. terminal high altitude area defense (THAAD) systems, which are intended to intercept ballistic missiles.

“It is a hard fact that the deployment of THAAD is pursuant to the U.S. strategy to contain great powers and hold supremacy in Northeast Asia, not the one for ‘shielding’ South Korea from someone’s ‘threat,’ ” KCNA said, according to Reuters.

KCNA’s remarks come after a series of projectile launches from Pyongyang, which North Korean leader Kim Jong UnKim Jong UnNorth Korean media: New US missiles in South Korea would trigger ‘new Cold War’ Five takeaways from Pentagon chief’s first major trip The Hill’s Morning Report – Trump moves green cards, citizenship away from poor, low-skilled MORE has called a “warning” against joint military exercises between the U.S. and South Korea. 

The launches have thrown into question whether there will be another summit between President TrumpDonald John TrumpWhy Republicans should think twice about increasing presidential power The opioid crisis is the challenge of this generation Flynn, Papadopoulos to speak at event preparing ‘social media warriors’ for ‘digital civil war’ MORE and Kim over Pyongyang’s nuclear and missile stockpiles, though the president has appeared unfazed by the recent launches, calling Kim a “friend.”

“Chariman Kim has a great and beautiful vision for his country, and only the United States, with me as President, can make that vision come true,” Trump tweeted earlier this month. “He will do the right thing because he is far too smart not to, and he does not want to disappoint his friend, President Trump!”

Roberto Landucci, un ricordo

Roberto Landucci, 49enne giornalista della Reuters, sabato 8 agosto è rimasto vittima di una caduta mentre percorreva con un compagno di cordata la Cresta del Soldato verso Punta Giordani (4046m), nel gruppo del Monte Rosa. Il ricordo di Francesca Colesanti.

Galleria Colonna, afa, turisti, folla. Là ho chiacchierato l’ultima volta con Roberto. Tutti e due stanchi, a disagio, al termine di una vacua conferenza stampa a Montecitorio, in quei posti che sono la nostra quotidianità professionale ma che non rispecchiano le nostre anime. Come sempre mi ha preso in giro, chiedendomi “cosa ci fai ancora qui?”, ma in realtà lo chiedeva a se stesso.

Ho sempre pensato che Roberto fosse a Roma per sbaglio e che per sbaglio facesse il mestiere del giornalista d’agenzia. Non che gli riuscisse male, anzi. Era proprio bravo, curioso, rapido e perspicace, con quel pizzico di sarcasmo e autoironia che gli invidiavo. Tant’è che ogni volta che lo incontravo alla Farnesina o per i palazzi, mi sentivo rassicurata, gli chiedevo sostegno e lui rideva della mia insicurezza. Ma ciò che lo rendeva un “alieno” tra i giornalisti era innanzitutto la sua gentilezza, poi il sorriso, infine la correttezza, tanto nei modi che nella sostanza. Sempre pronto ad aiutare, con quel suo incedere un po’ etereo, gli abiti larghi e chiari. Un leggero accento del nord, l’erre moscia appena accennata. Un signore.
L’avevo conosciuto al Manifesto e per un periodo avevamo condiviso una stanzetta, due piccole scrivanie, mi ricordo che le sue ginocchia strabordavano di lato. Anche allora mi aiutava, mi passava i pezzi e in cambio si faceva raccontare delle mie pseudo avventure alpinistiche. Poi lui andò alla Reuters e io altrove. I nostri contatti si sono rarefatti, ma non ci siamo mai persi di vista.

Ultimamente ci siamo incontrati più spesso, con reciproco piacere, quasi un sollievo nel vedere un volto amico in un mondo a noi sempre più estraneo. Finivamo immancabilmente per abbandonare i temi della nostra professione per parlare dei nostri veri amori: i figli e la montagna. E così ci è capitato anche l‘ultima volta, poche settimane fa. Non mi aveva detto che intendeva andare al Rosa, forse ancora non lo sapeva neppure lui. Mi piace credere che quando quel rampone lo ha tradito lui stesse godendo del meraviglioso mondo che lo circondava, col suo largo sorriso, per poi raccontarlo ai suoi figli appena tornato a casa.

Francesca Colesanti

A Cortina InCroda prima serata con il Trento Film Festival

Giovedì 16 luglio a Cortina In Croda verrà proiettato Valley Uprising di Nick Rosen, Peter Mortimer, Josh Lowell. Il film celebra l’epopea della valle di Yosemite e ha vinto la Genziana d’Oro della Città di Bolzano per il miglior film di esplorazione e avventura al Trento Film Festival 2015. 

Il tour annuale del Trento Film Festival approda nella Regina delle Dolomiti per una serie di appuntamenti nel cartellone di Cortina InCroda 2015, kermesse da sempre partner del più antico e prestigioso festival di cinema della montagna. Quattro le serate dedicate al grande cinema di montagna, con la proiezione di alcune opere selezionate tra quelle premiate nella sessantatreesima edizione della rassegna.

Un programma di spettacolari documentari, presentati e premiati nel corso della rassegna a Trento, inseriti per l’occasione nel palinsesto di Cortina InCroda, l’affermato contenitore estivo dedicato alla cultura della montagna a 360 gradi, in corso in questi giorni all’ombra delle Tofane. Poesia, adrenalina, scrittura, cinema, musica, montagne, sogni, avventura, tecnologia, giornalismo, personaggi, ricordi e futuro sono gli ingredienti della manifestazione dedicata al mondo delle vette che animerà l’estate cortinese fino al 10 settembre.

Quattro saranno gli appuntamenti dedicati al cinema di montagna in programma al Cinema Eden, tutti alle 21. Si comincia giovedì 16 luglio con la proiezione Valley Uprising di Nick Rosen, Peter Mortimer, Josh Lowell che celebra, attraverso straordinari materiali d’archivio e aneddoti, l’epopea della valle di Yosemite, scoperta dai pionieri del climbing negli anni ’60 e recentemente scenario dell’impresa di Tommy Caldwell e Kevin Jorgeson.

L’appuntamento successivo del Trento Film Festival nell’ambito di Cortina InCroda è in programma il 30 luglio con "China Jam" di Evrad Wendenbaum e "Solo. Escalada a la vida" di Jordi Varela Ciudad. Il Trento Film Festival sarà poi protagonista degli ultimi due appuntamenti di Cortina InCroda. Il 3 settembre con "Life in paradise", pellicola svizzera di Roman Vital, Premio del Pubblico al 63° Trento Film Festival 2015 e “Always Above Us” di Eric Crosland e il 10 settembre con "Damnation" di Ben Knight e Travis Rummel, Premio Giuria al 63° Trento Film festival 2015.

"E’ per noi un grande motivo di orgoglio collaborare da anni con il Trento Film Festival", dichiara Federico Michielli, il presidente di Cortina InCroda, "e anche in questa settima edizione abbiamo la possibilità di mostrare al pubblico alcune pellicole di assoluta qualità. Abbiamo scelto alcuni cortometraggi e alcuni film che possano portare il pubblico ampezzano a conoscere le storie di grandi alpinisti, possono far sognare e conoscere paesaggi diversi".

Si comincia giovedì 16 luglio con Valley Uprising film che ha vinto la Genziana d’Oro della Città di Bolzano per il miglior film di esplorazione e avventura al Trento Film Festival 2015. Un film definito epico, di Nick Rosen, Peter Mortimer, Josh Lowell che celebra, attraverso straordinari materiali d’archivio e aneddoti, l’epopea della valle di Yosemite, scoperta dai pionieri del climbing negli anni ’60 e recentemente scenario dell’impresa di Tommy Caldwell e Kevin Jorgeson. A partire dagli anni cinquanta le cime della Yosemite Valley sono diventate uno dei centri nevralgici dalla controcultura americana. Beatnicks e vagabondi vi trovarono la scenografia ideale per uno stile di vita fieramente opposto al consumismo, praticando l’arrampicata come sintesi perfetta di libertà e tensione verso l’assoluto. Fu un luogo di grandi sfide tra modi diversi di concepire le scalate, tra la società borghese e la ricerca della libertà, ma soprattutto fu il luogo della sfida con se stessi. Valley Uprising ripercorre cinquant’anni di sfide alla legge di gravità avvalendosi di eccezionali materiali d’archivio e di una colonna sonora trascinante, regalando momenti di pura gioia.

Il primo appuntamento con il Trento Film Festival a Cortina InCroda è per giovedì 16 luglio alle 21 al Cinema Eden. Ingresso 5.50 euro.

CORTINA IN CRODA
04/07/2015 – Catherine Destivelle affascina a Cortina InCroda
30/06/2015 – Catherine Destivelle dà il via alla settima edizione di Cortina InCroda

CORTINA IN CRODA
Una manifestazione realizzata con il contributo del Comune di Cortina d’Ampezzo in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura.
Organizzazione: Associazione Culturale Cortina InCroda.
Partner: Cortina Turismo.

Click Here: Discount Golf Appare

Cortina InCroda:
Presidente: Federico Michielli
Vice Presidente: Alessandro Manaigo
Curatori: Federico Michielli, Marco Ghedina, Alessandra Segafreddo.
Videomaker: Alessandro Manaigo.
Ufficio Stampa: Alessandra Segafreddo.
Web Editor: Mauro De Biasi.
Scenografie Allestimenti: Alessandro Menardi, Gabriele Dallago,
Staff organizzativo: Diana Gaspari, Paolo Tassi, Christian Ghedina, Bruno Sartorelli, Giorgio Constantini, Gianfranco Rezzadore.
Consulenza tecnica: Luca Zardini Canon.
SPONSOR: Cooperativa di Cortina, Itas Assicurazioni, Lagazuoi 5 Torri, Cortina Cube, Cassa Rurale e Artigiana di Cortina d’Ampezzo e delle Dolomiti, Top Store, Studio Geometra Diego Ghedina, Studio Amormino, Sci Club Drusciè, Park Hotel Franceschi, Nord Hotel, Hotel Olimpia, Hotel Montana, Pasticceria Alverà, Fioriera Zara.
MEDIA and WEB PARTNER: Radio Cortina, Corriere delle Alpi, PlanetMountain, Cortina TOPic, Affaritaliani.it, Il Notiziario di Cortina.
FRIENDS: Scoiattoli di Cortina, Trento Film Festival, Cortina Turismo, Guide Alpine Cortina, Pizzeria Vienna, Libreria Sovilla.

Stefano Ghisolfi da 9a in un weekend al Covolo

Durante lo scorso fine settimana il climber Stefano Ghisolfi ha ripetuto il 9a l’Attimo nella falesia vicentina del Covolo.

9a in un weekend. Era questo il difficilissimo obiettivo, prefissato, dichiarato e poi raggiunto, da Stefano Ghisolfi che domenica scorsa ha ripetuto l’Attimo al Covolo. Sabato il climber torinese ha visitato questa bella e difficile falesia nascosta tra le pieghe dei colli vicentini per la prima volta, e già durante quel primo giorno i tentativi sembravano promettenti. Si tratta di una connessione dei due 8c di Nagay e Tentacoli liberata nel 2012 da Silvio Reffo, e soltanto per poco Ghisolfi non è riuscito a salire Nagay in stile flash, ma una presa bagnata gli è stata fatale.

Domenica invece è riuscito a passare la presa bagnata ed è arrivato in catena al quarto tentativo, confermando ancora una volta di essere uno dei più forti climber italiani del momento. Ricordiamo che quest’estate Ghisolfi si è aggiudicato la prima ripetizione italiana della via Biographie, il 9a+ di riferimento a Céüse in Francia, e che questo weekend sarà impegnato nella Coppa del Mondo Lead a Wujiang in Cina, insieme a Francesco Vettorata e Jenny Lavarda.

Click Here: cheap true religion jeans

Angelo Mio, nuova via d’arrampicata in Val Gadena

Il report e la scheda di Alessio Roverato che, insieme a Angela Carraro, ha aperto Angelo Mio (250m, 7a+, 6c obbl), una nuova via d’arrampicata sul Monte Spitz in Val Gadena (Valsugana VI).

Ormai mi resta poco da raccontare sull’apertura dell’ennesima via nuova in Val Gadena. Semplicemente mi piace tornare in questo posto. E’ lontano da tante cose che a me non vanno, è il giusto compromesso tra l’aprire vie nuove e il non arrivare disintegrato il lunedì mattina in ufficio, è il punto di equilibrio che mi permette di divertirmi e contemporaneamente mi lascia fare a casa quelle piccole cose che non posso fare durante la settimana, è quel silenzio che mi riempie dentro più di ogni altra cosa, è vivere in una specie di mondo parallelo ma completamente diverso rispetto a quello che devo fare per cinque infiniti giorni alla settimana. Questo posto mi ha dato l’opportunità di tracciare delle linee su pareti praticamente vergini, una fortuna di questi tempi.

Purtroppo la Valsugana nonostante abbia un’infinità di pareti solo alcuni tratti di queste risultano interessanti dal punto di vista dell’arrampicata. Bisogna quindi affinare lo sguardo per scoprire un nuovo itinerario che salga dove la roccia e la vegetazione lo permettono. Purtroppo essendo pareti di bassa quota la flora regna indisturbata e noi non possiamo fare altro che accettare la sua presenza.

Per chiunque fosse curioso di affrontare uno degli itinerari aperti da me e Angela consiglio solo di farlo con spirito alpinistico. Non si tratta di luoghi addomesticati e probabilmente non lo saranno mai: è anche questa la loro principale bellezza che gli da quel fascino che nella maggior parte dei casi non viene interpretato come tale. Ho già detto anche troppo, non voglio tediarvi oltre con le solite cose. Alla fine quello che conta sono le emozioni che ci rimangono dentro.

Alessio Roverato

SCHEDA: Angelo Mio, Val Gadena, Valsugana

Alessio Roverato ringrazia S.C.A.R.P.A., Climbing Technology e Montura

Altre vie di Alessio Roverato in Valgadena:
– Sopra il teatro
– Cara
– La gioia nel silenzio
– Giallomania

Silvio Reffo da 9a+ con Goldrake a Cornalba

Il climber vicentino Silvio Reffo ha ripetuto Goldrake, la via d’arrampicata sportiva gradata 9a+ nella falesia di Cornalba (BG).

Dopo dieci vie da 9a, domenica scorsa Silvio Reffo ha alzato l’asticella ed è riuscito a salire la sua prima via di 9a+. Il climber e fisioterapista vicentino l’ha fatto su una linea che nel giro di pochi mesi è diventata un banco di prova importante per l’arrampicata italiana, ovvero Goldrake sulla bella parete est della falesia di Cornalba in Val Serina nel bergamasco. Dopo la prima libera da parte di Adam Ondra nel 2010 e la prima ripetizione da parte di Gabriele Moroni nel 2014, la via è stata ripetuta tre volte in questa primavera: da Stefano Carnati a marzo, seguito da Stefano Ghisolfi ad aprile, e adesso da Reffo. Che, per inciso, nel 2014 al Covolo aveva liberato The ring of life, gradandola prudentemente 9a/a+. La via è ancora irripetuta e a sentire di molti potrebbe valere il grado pieno di 9a+.

GOLDRAKE di Silvio Reffo

Dopo la ripetizione di Gabriele Moroni avevo più di qualche volta pensato di andarla a provare, ma non ho mai trovato l’occasione e la motivazione giusta. Finalmente quest’anno a Pasqua sono riuscito a mettere le mani su questo super tiro di Cornalba. Negli stessi giorni anche Stefano Ghisolfi era lì per provarla. Fin da subito entrambi giravamo bene sul tiro e quindi eravamo decisi di investire qualche giornata per provarla. Dopo alcuni giorni trascorsi a Cornalba macinavo la prima parte senza problemi, cadendo però sempre agli ultimi movimenti duri della via, per poi riattaccarmi subito e andare in catena senza grosse difficoltà.

Sentire di essere così vicino, ma continuare a cadere allo stesso movimento per tante volte creava in me un senso di rabbia e frustrazione incredibile. Per un viaggio in Spagna ed impegni di vario tipo non sono riuscito più a tornare a provarla fino a due giorni fa. Mi sentivo riposato, tranquillo e al primo tentativo senza grandi esitazioni mi sono ritrovato a clippare la catena di questo super vione di Cornalba.

LE 9A o 9A+ SALITE DA SILVIO REFFO
13/06/2012 L’attimo, Covolo, prima salita
29/12/2012 Estado critico, Siurana
23/01/2013 Era vella, Margalef
18/03/2014 The ring of life 9a/a+, Covolo, prima salita
17/04/2014 Biologico, Rovereto
25/10/2014 Underground, Massone
09/04/2015-Back road, Rovereto
08/09/2015 Super circolo abusivo, Paline Val Camonica
28/11/2015 Under Vibes, Massone
17/01/2016 Sanjski par extension, Misja Pec
15/05/2016 Goldrake, Cornalba

20/01/2016 – Silvio Reffo, il fisioterapista da 9a in falesia
Intervista al climber vicentino Silvio Reffo che lo scorso weekend a Misja Pec in Slovenia ha salito la sua decima via d’arrampicata sportiva gradata 9a.

SCHEDA: la falesia Cornalba

Click Here: highlanders rugby gear world

Sul Sass de Putia in Dolomiti nuova via di Gietl e Oberlechner

Il 26 gennaio 2019 sulla parete nord del Sass de Putia in Dolomiti gli alpinisti altoatesini Simon Gietl e Mark Oberlechner hanno aperto Kalipe, una difficile nuova via di ghiaccio e misto.

L’inverno 2018/2019 in Dolomiti continua a regalare linee inedite e belle come Kalipe, la nuova via di ghiaccio e misto aperta in grande velocità il 26 gennaio da Simon Gietl e Mark Oberlechner sulla straordinaria parete nord del Sass de Putia. Gietl aveva notato la linea a metà gennaio e si era recato al Passo delle Erbe il 18 gennaio per osservare la parete e scattare delle foto, poi è tornato il 24 insieme a Davide Prandini. “L’idea era soltanto di portare il materiale e battere la traccia, non avevamo idea quanta neve ci fosse” ci ha spiegato Gietl “ma poi una volta lì non abbiamo resistito e abbiamo salito i primi sei tiri, finché è arrivato il buio.”

Sabato 26 gennaio Gietl è tornato, questa volta con Mark Oberlechner con il quale a fine dicembre 2018 aveva aperto la via di misto Räuber Hotzenplotz a Campo Tures. Grazie alla traccia battuta due giorni prima, i due alpinisti sudtirolesi hanno iniziato a scalare alle 6:30 di mattina. Racconta Gietl “Nei primi tiri il forte e freddo vento da nord ha reso difficile la scalata. Le già basse temperature sembravano ancora più fredde. Fino alla evidente colata di ghiaccio abbiamo salito tutto in conserva. Il ghiaccio che abbiamo poi salito era delicato quanto difficile. Il tiro chiave si è rivelato estremamente serio, era quasi impossible mettere delle protezioni affidabili. Con piena concentrazione ed estrema cautela siamo riusciti a supera questo tiro, dove una caduta è severamente vietata. Dopodiché il ghiaccio è diventato notevolmente meno ripido, l’arrampicata più tranquilla e la salita tecnicamente più facile.”

Per proteggere la via i due hanno usato chiodi da ghiaccio, nuts e friends, e hanno piantato 5 chiodi da roccia, esclusivamente alle soste. Dopo i circa 200 metri della lingua di ghiaccio Gietl e Oberlechner hanno arrampicato nuovamente in conserva, seguendo l’evidente goulotte e poi la cresta per arrivare in cima alle 11:50. I due sono scesi lungo la via normale estiva che, carica di neve, ha richiesta cautela.

Kalipe è alta 600m, è stata gradata M6 e parte in comune con la via Hruschka, la prima via sulla parete nord aperta il 24 agosto del 1919 da W. Erschbaumer, J. Hruschka, F. Neuner e L. Radschiller, poi però al nevaio devia verso sinistra e l’evidente colata di ghiaccio che, in estate, rimane quasi sempre bagnata. Su questo tratto delle parete non sono presenti vie di roccia. Alla fine si congiunge a Pinatupo (Luigi Tiddia, Cristina Fronza, Edy Boldrin, Davide Marinovich, estate 1991).

SCHEDA: Kalipe Sass de Putia in Dolomiti

Simon Gietl ringrazia:Salewa, Neolit,Südtirol,Grivel, Komperdell, Keaxl-Board, Hotel Schwarzenstein, Julbo, Lyo-Foot

Click Here: toulon rugby shop melbourne

Tour du Grand Paradis: Damiano Lenzi & Matteo Eydallin e Marjorie Roguet & Juliette Benedicto trionfano

Il 17 aprile 2016 le coppie Damiano Lenzi & Matteo Eydallin e Marjorie Roguet & Juliette Benedicto hanno vinto il settimo Tour du Grand Paradis

I favoriti della vigilia non hanno deluso le aspettative e hanno trionfato sul traguardo di Pont di Valsavarenche. Gli alpini Damiano Lenzi e Matteo Eydallin si sono aggiudicati la settima edizione del Tour du Grand Paradis – intitolato a Renato Chabod – gara nazionale di sci alpinismo che ha chiuso la stagione dello sci in Valle d’Aosta.

Il maltempo fortunatamente non ha rovinato la grande festa. Questa mattina alla partenza pioggia e qualche fiocco di neve, poi nebbia a tratti e un timido sole in tarda mattinata. ll percorso di gara è stato accorciato ma lo spettacolo non è mancato. I concorrenti non sono andati oltre i 3.400 metri di quota, una volta raggiunto il ghiacciaio hanno tagliato verso il rifugio Vittorio Emanuele. Niente cima del Gran Paradiso dunque, ma è comunque stata una grande gara che ha portato in griglia di partenza 106 squadre provenienti da otto Nazioni.

La coppia Lenzi-Eydallin (Esercito) ha completato il percorso in 2h 01’14 e preceduto di 2’50” gli alpini Nadir Maguet e Michele Boscacci. Terza posizione a 3’17” per la coppia del Team Movement & Scarpa composta da Valentin Favre e Filippo Barazzuol. Quarti Leo Viret-Samuel Equy (2h 09’42”) e quinti Martin Stofner-Filippo Beccari (2h 11’11”). Al rifugio Chabod le prime tre squadre sono passate insieme, poi i vincitori hanno aumentato il ritmo, con Favre-Barazzuol a inseguire. Ma nel finale il colpo di scena: Favre deve attendere sul traguardo il compagno di squadra, rimasto attardato nel piano conclusivo. Da dietro è sopraggiunta la coppia Maguet-Boscacci che si è presa la seconda posizione, proprio davanti al duo italo-francese.

Il trofeo femminile è andato in Francia. A imporsi sono state Marjorie Roguet in gara con Juliette Benedicto, dopo 3h 07’54” di salita e discesa. Le transalpine del Team TransVanoise hanno inflitto 10’50” alle seconde: le valdostane Claudia Titolo e Marina Ferrandoz (team Valdigne Mont-Blanc); terze le svizzere Christa Joder e Stefanie Christoph a 13’24”.

Alle prime tre squadre della classifica assoluta è anche stato consegnato il trofeo intitolato a Renato Chabod. Per la prima volta è stato assegnato il Trophée des Bouquetins. La combinata che ha tenuto conto dei risultati del Vertical TransVanoise e del Tour du Grand Paradis è stata vinta da Bastien Fleury, mentre al femminile successo pari merito per Roguet-Benedicto, vincitrici anche della TransVanoise. In gara anche alcune coppie miste. La migliore è stata quella composta da Ivan Cesarin e Raffaella Miravalle. Amos Burro Rosazza-Giorgio Villosio e Laetitia Roux-Isabelle Ciferman hanno vinto tra i Master.

“Nonostante il maltempo tutto si è svolto al meglio – dicono gli organizzatori -. Siamo davvero contenti di questa gara, tutta la comunità ha risposto positivamente e anche dai concorrenti abbiamo ricevuto molti complimenti. Appuntamento al 2018 per l’ottava edizione”.

Informazioni: www.tourdugrandparadis.it

Appeals court again allows Trump family planning rules to go into effect

A U.S. appeals court Friday again declined to block new rules from the Trump administration that prohibit clinics that receive federal funds from referring patients for abortions.

The 9th U.S. Circuit Court of Appeals rejected a request from over 20 states, Planned Parenthood and the American Medical Association to suspend the rules while their case against them is litigated, according to The Associated Press.

ADVERTISEMENT

Click Here: Collingwood Magpies Guernsey

A three-judge panel and an 11-judge panel had already ruled that the rules could go into effect while the administration appeals district court rulings against them. Oral arguments are slated to commence next month.

Planned Parenthood, the nation’s chief abortion provider, said this week it would leave the federal Title X program Monday unless the administration’s rules are blocked. The group stopped using Title X family planning funds last month after the restrictions were announced but old the Department of Health and Human Services (HHS) it would stay in the program while it sues over the changes. 

Planned Parenthood has been a staple in the program for decades, serving about 40 percent of all Title X patients and receiving millions of dollars in federal funds. 

However, President TrumpDonald John TrumpWarren unveils Native American policy plan Live-action ‘Mulan’ star spurs calls for boycott with support of Hong Kong police Don’t let other countries unfairly tax America’s most innovative companies MORE and other Republicans maintain that taxpayer funds should not be directed to groups that perform abortions.

Planned Parenthood could still participate in the program if it agreed to stop providing and referring abortions, but it has said that to do so would be submitting to bullying. 

“We refuse to let the Trump administration bully us into withholding abortion information from our patients. The gag rule is unethical and dangerous, and we will not subject our patients to it,” Alexis McGill Johnson, acting president and CEO of Planned Parenthood said earlier this month.

Schiff offers bill to make domestic terrorism a federal crime

Rep. Adam SchiffAdam Bennett SchiffNew intel chief inherits host of challenges Schiff: Intelligence officials’ retirements a ‘devastating loss’ Deputy intelligence director under Trump resigns MORE (D-Calif.), the chairman of the House Intelligence Committee, introduced legislation Friday that would make domestic terrorism a federal crime.

Click Here: Collingwood Magpies Guernsey

The Confronting the Threat of Domestic Terrorism Act would create a federal criminal statute that would cover domestic acts of terror committed by those without links to foreign organizations.

ADVERTISEMENT

Schiff said the legislation was sparked by the recent mass shooting in El Paso, Texas, as well as attacks at the Tree of Life Synagogue in Pittsburgh and the Emanuel African Methodist Episcopal Church in Charleston, S.C.

Authorities believe the El Paso suspect warned of a “Hispanic invasion” and he reportedly told police he was targeting “Mexicans.”

“The attack in El Paso by a white supremacist is only the most recent in a disturbing and growing trend of domestic terrorism, fueled by racism and hatred. The Confronting the Threat of Domestic Terrorism Act would for the first time create a domestic terrorism crime, and thus provide prosecutors with new tools to combat these devastating crimes,” Schiff said in a statement.

“When violence fueled by homegrown, hateful ideology poses a more immediate threat to the safety and security of Americans on American soil than an international terrorist organization, it’s time for our laws to catch up.”

Schiff’s bill includes numerous civil liberties protections to prevent misuse, including a requirement that the attorney general or a deputy certify that crimes committed were intended to intimidate or coerce a civilian population or to influence government policy before charges may be brought. 

The legislation also requires the Privacy and Civil Liberties Oversight Board to compile a public report on the civil liberties implications of the statute within four years of passage and refrains from establishing a list of domestic terrorism organizations out of concerns over First Amendment violations. 

Any person found to have violated the law or conspired to do so would be punished under U.S. Code 2332b, which outlines penalties for acts of “terrorism transcending national boundaries.”

Schiff’s bill comes amid growing calls to define domestic terrorism as a crime.

New York Gov. Andrew Cuomo (D) proposed a new state law Thursday defining domestic terrorism as a crime punishable by up to life without parole. It would apply to anyone who kills people in mass attacks because of their race, religion or sexual orientation.